Di Nunzia Stagno
Alcune professioni richiedono un abbigliamento specifico: come ad esempio camici per le corsie di ospedale o gilet ad alta visibilità per i cantieri stradali, guanti e tute monouso in altri contesti.
Ogni mattina sempre lo stesso inghippo frulla per la stessa. Cosa indosso? Tra una cosa e l’altra si finisce sempre per indossare gli stessi capi a rotazione. Chi invece lavora davanti ad una scrivania non ha dress-code preciso su come vestirsi in ufficio: la scelta ricade sul suo gusto soggettivo, a volte adeguato e sobrio, molto spesso invece del tutto discutibile.
A tal punto è opportuno seguire alcune regole non scritte nello scegliere cosa mettersi per andare a lavoro, per evitare di essere fuori luogo e farsi richiamare dal proprio datore di lavoro.
In ufficio dobbiamo prediligere uno stile sobrio, che sappia valorizzare la nostra eleganza, sfruttando capi che possano declinarsi al meglio sia di mattina che di pomeriggio. Ma attenzione: apparire professionali non significa essere noiosi! Persino in un contesto rigido come il lavoro possiamo concederci qualche dettaglio fresco, per rendere più glamour il nostro outfit ed esprimere la nostra personalità. Il modo di vestirsi dice molto di quello che siamo, o meglio di quello che vogliamo rappresentare di noi all’esterno. Un giovane stagista può permettersi un abbigliamento molto più casual rispetto alla responsabile di area quarantenne: ciascuno però ha dei limiti che non deve superare. Eleganza e stile vanno bene sempre, per qualunque livello professionale, mentre non è vero il contrario. Cerchiamo di entrare di più nel dettaglio e capire quali sono gli le regole da seguire e gli outfit più indicati per l’ufficio. Ecco 3 consigli generali su come vestirsi in ufficio:
- Essere sempre puliti e in ordine. E’ vietato presentarsi a lavoro con abiti macchiati, scuciti, stropicciati. Basta farlo una sola volta per essere additato per sempre come una persona sciatta e trasandata.
- Controllare come si veste il boss. Il dress code di un ufficio è dettato da chi comanda, per cui verificando il suo abbigliamento possiamo capire fino a che livello di informalità possiamo spingerci.
- Vestirsi sempre come se si dovesse incontrare un cliente. Questo must aiuta ad evitare abiti troppo sportivi, come tute, felpe e leggins. Sì ai jeans, purché siano di colore scuro (neri o blu) e non abbiano strappi o effetto consumato.
Ed ecco tre capi di abbigliamento non adatti ad un ambiente professionale:
- Pantaloni corti, bermuda, short. In qualunque modo vogliamo chiamarli, questi pantaloni sono del tutto fuori luogo in ufficio, perché decisamente troppo sportivi. Anche con quaranta gradi all’ombra, bisogna resistere e indossare un pantalone lungo, se pur fresco.
- Infradito e scarpe aperte. Inutile spiegare perché le infradito sono inadatte, mentre riguardo alle altre scarpe aperte, il bon ton suggerisce che una in ufficio si indossi solo la scarpa chiusa. Si possono fare delle eccezioni, purchè il piede non resti eccessivamente scoperto.
Canotte e maglie scollate. Se l’outfit da ufficio è rigoroso e formale, non si può cedere al desiderio di scoprirsi, se invece è più casual sono tollerate magliette più leggere, purchè non troppo scollate o trasparenti.