La chiave per entrare nel mondo del lavoro è la formazione e allora una cooperativa di Vibo Valentia ha creato e sviluppato le giuste sinergie per far emancipare il suo territorio. Responsabili del progetto Lucia Luzza e Luigi Leone, rispettivamente alla presidenza di Vibosalus e IPF. Grande l’impegno di tutto il team di cui è responsabile la stessa Luzza, supportata da Cateria Virdò.
Com’è nato il progetto Tabita? Il progetto “Tabita” è frutto della cooperativa sociale “Vibosalus” in ATS con l’associazione di volontariato “Istituto Per la Famiglia” sez. 278 nate dall’ispirazione cristiana “nel bene del tuo prossimo sta il tuo bene” – promosse in maniera pioneristica dal Dott. Gilberto Perri che ha dato vita a esempi ammirabili di attività sociali e lavorative in tutta Italia. Gli obiettivi e le finalità del progetto non sono altro che lo specchio di quei valori cristiani di altruismo e servizio che da sempre portiamo avanti e che cerchiamo di trasmettere a chiunque si interfacci con le nostre realtà, qualsiasi sia il settore in cui andiamo ad operare. Da questa voglia di realizzare una società altruista e non individualista, una società cristiana, nasce “Tabita” che pur operando nel settore della moda e dell’artigianato mira il primo luogo ad aiutare uomini e donne, ragazzi e ragazze, che si trovano in situazioni disagiate, dar loro la possibilità di un nuovo inizio e insegnargli che c’è sempre più gioia nel dare che nel ricevere.
Cosa simboleggia il nome del progetto?Il nome “Tabita” , di origini bibliche e che vuol dire “gazzella”, è simbolo di quello spirito cristiano di servizio, altruismo e motivazione che dovrebbe animare i giovani di ogni generazione.
C’è un motivo particolare per cui avete scelto questo settore dell’artigianato?Il motivo principale per cui abbiamo scelto il settore dell’artigianato animati dalla volontà di intraprendere un percorso del tutto nuovo, ci è piaciuto ciò che è il mondo della moda e cosa c’è dietro questo mondo, dalla sarta ai fotografi, dalla stilista agli uffici stampa. Ancora di più però ci ha mosso il voler conciliare la nostra voglia di qualcosa di nuovo, con ciò che avrebbe potuto interessare i giovani d’oggi, un incontro tra socialità e gioventù e quale settore se non quello dell’artigianato e della moda? Un settore che accomuna tutte le generazioni.
Quali gli obiettivi? Cosa può rappresentare tutto ciò per il territorio?L’idea progettuale che si intende proporre mira alla creazione di nuove FIGURE tecniche INNOVATIVE che possano creare dei servizi inesistenti sul territorio quali una sartoria sociale con annesso laboratorio grafico e giornalistico di moda e costume, utilizzando gli strumenti dell’innovazione tecnologica per reinventarsi in una professione reinventando in chiave moderna un sapere artigianale. La formazione permetterà inoltre a giovani che hanno abbandonato la scuola o non hanno sbocchi occupazionali di iniziare un nuovo percorso motivazionale. Giovani donne anche vittime di violenza o loro familiari, ovvero che vivono ai margini della vita associata potranno avviare nuovi percorsi di riscatto.Oltre alla creazione di queste figure però il progetto mira anche alla rivalutazione del territorio, il Sud da sempre è simbolo dell’artigianato e per questo il nostro progetto vuole dare la possibilità ai giovani d’oggi di poter portare avanti la tradizione calabrese che vede eccellenze nel campo sartoriale, anche attraverso innovazioni che solo i giovani possono apportare.
Come si trovano i corsisti? Il feedback dei corsisti è stato certamente positivo, come dimostrato sia dalla partecipazione e l’interesse durante le lezioni sia i vari messaggi che alcune corsiste hanno tenuto a farci recapitare a fine corso come ad esempio: “Grazie al progetto Tabita, ho potuto conoscere dei mondi a cui prima nella mia vita non avevo dato importanza. Ho conosciuto il significato della moda e ho capito che per ognuno di noi è diverso, non è solo indossare o comprare un vestito, ma è espressione.
Ho visto persone mettersi in gioco, a volte anche con difficoltà perché non è facile esporre le proprie idee davanti a degli estranei, ho visto anche quelle stesse persone raggiungere i loro obiettivi.
Ho visto e conosciuto i “dettagli” come ad esempio un trucco fatto in un certo modo possa accentuare una specie di equilibrio o stato in cui la persona stessa si trova.
Ho visto com’è cambiato il web, come noi siamo cambiati attraverso il web e come sia diventato un lavoro per molte persone chiamate :”influencer” ma anche quanto sia importante far uscire la propria personalità e non diventare una banale copia.
È stata una di quelle esperienze che ti fanno riflettere, ma soprattutto ti aiutano a far uscire fuori la tua creatività , a volte tenuta nascosta per paura del giudizio, con questo progetto abbiamo imparato a comunicare, senza conoscerci e senza paura.
Spero di poter partecipare ad altri.”
“Il corso è stato interessante e stimolante. L’organizzazione del progetto TABITA è precisa ed efficiente. I docenti, molto preparati, hanno interagito perfettamente con noi partecipanti”
Questi messaggi ci hanno riempito d’orgoglio non solo tanto perché siamo riusciti a far acquisire competenze tecniche ai nostri corsisti, ma soprattutto perché in loro c’è stata una crescita personale, questo grazie al confronto con i docenti; hanno così potuto allargare i loro orizzonti, conoscere diversi punti di vista, mettersi in gioco e soprattutto sviluppare la loro creatività andando a scoprire passioni e capacità che prima non credevano di avere.
Alla fine del percorso che competenze avranno?
I corsisti a fine percorso acquisiranno varie competenze che vanno da quelle giornalistiche, tra cui l’editing di testi, la creazione di un fashion blog, approfondimenti sulla fotografia nel mondo della moda e la comunicazione della moda nel web, a quelle sartoriali come tagliare i tessuti secondo le misure e le linee marcate, cucire a mano o a macchina, applicare imbottiture, bottoni, zip e altri accessori, verificare la perfetta vestibilità del capo di abbigliamento, o ancora l’utilizzo di software per creare ricami ricercati e particolari, o l’uso di photoshop per la realizzazione di grafiche tessili. Questo per far si che i corsisti abbiano poi più possibilità di inserimento nelle imprese del settore avendo acquisito competenze di vario genere.