
di Luca Meringolo
Roberto Valentino è un imitatore cabarettista, ma anche cantante e autore. Raggiunge grande notorietà nel 2007 quando, al Festival di Sanremo, impersona l’ex Premier Romano Prodi. La sua carriera comincia nei primi anni ‘80 quando inizia a trasmettere nelle radio private, per poi proseguire con ospitate in TV locali. Nel 2004 crea il sito CALCIOGRAFFITI, dove ripropone tutte le voci della storica trasmissione “TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO”
L: Come inizia la sua carriera ?
R: “Penso un pò come per tutti gli artisti, imitando i miei compagni e compagne di classe. Io imitavo una bidella che era simpaticissima, pian piano gli insegnanti. Però la prima imitazione che feci mi costò una nota. Imitai una compagna di classe calabrese e questo me lo ricorderò per tutta la vita. Io la imitai perché era la prima della classe, infatti quando ci facevano leggere a turno lei prendeva sempre il bel voto e pensai che parlando al suo stesso modo avrei preso pure io un bel voto. Ero in terza elementare, lei si mise a piangere e inoltre persi 5 pallini (all’epoca il maestro ce li dava e dopo 20 pallini ci dava le caramelle) e in più una nota sul diario”.
L: Rapporti con il mondo della Tv, Radio, Teatro, Web, quali sono le differenze?
R: “Tuttora sto facendo Radio Rai per la quale sto scrivendo dei copioni. Qualsiasi cosa tu sia e qualsiasi cosa tu faccia in radio devi fare dei pezzi intelligenti se sei un giornalista e una comicità che arrivi agli ascoltatori se sei un comico. Insomma, battute pulite e non volgari. Io infatti sono noto in tutta Italia per avere 2 ore di spettacolo senza neanche una parolaccia. E sono stato scelto dal PIM per imitare Papa Giovanni XXIII: questo è un piccolo record che ho e che mi fa piacere avere. In Tv soprattutto per le fiction devi fare quello che ti dicono gli autori o i registi. Il mondo del Web è meraviglioso, io ho la mia pagina e il mio canale Youtube, il mio studio televisivo in casa e faccio quello che voglio io senza che nessuno mi dica no, forse ecc. Nel Web sei padrone della tua immagine e di quello che fai o dici, ovviamente assumendotene le responsabilità. Il teatro per gli artisti è magia, lì mi sento realizzato e lo vedo come la mia casa, le tavole anche impolverate sono la mia vita. Il Teatro mi fa sentire a mio agio e mi da molta adrenalina. Il Festival di Sanremo al quale ho partecipato è qualcosa di favoloso, mi sentivo come un calciatore che gioca la finale di Champions League. Il palco dell’Ariston ti fa sentire gli occhi di milioni di telespettatori. Poi a fianco avevo un mito come Pippo Baudo quindi magia allo stato puro”.
L: Che rapporto hai con il mondo del calcio e con la nostalgia?
R: “Devo dire che già da bambino io ero nostalgico. Mi appassionai al calcio all’età di 12 anni, infatti seguii il mio primo campionato nel 1978/79, quello della “Stella” del Milan. All’età di 7 anni venni scartato dalla squadra di calcio del mio paese e per anni i miei compagni di scuola mi prendevano in giro e nonostante tutto io dicevo che un giorno avrei giocato nel Milan. Mio padre comprò un libro sul calcio e la prima immagine che vidi fu quella di Gianni Rivera che duettava con Silvano Villa. Conobbi Silvano Villa e andai a fare uno spettacolo nel suo paese. Lì diventammo molto amici e lui mi invitò alle partite degli ex del Milan prima a fare la cronaca e poi addirittura a giocare. Giocai molte partite con Prati, Lodetti, Tosetto, Maldera, Anquilletti, Albertosi, Bigon (tutte persone splendide) tutti gli ex del grande Milan e un mio ex compagno di classe mi disse che ero riuscito a mantenere ciò che avevo detto. Il mio amore per il calcio del passato nacque nel momento in cui uscii a giocare per la stradina del mio paese che ancora oggi amo perché lì per me sono iniziate tante cose, di cui mi commuovo. All’età di 15 anni già volevo ricreare in qualche modo i campionati del passato, con l’avvento della Play Station e con la nascita di Youtube ci riuscì perché bastava registrare le partite e caricarle su Youtube e iniziai a imitare Bruno Pizzul. Parecchi mi hanno visto su Youtube sia come imitatore che come appassionato di calcio. Addirittura io volevo ricostruire, e non è detto che non lo faccia, il Campionato Mondiale di calcio del 1942 che non venne mai disputato a causa della Seconda Guerra Mondiale. Avevo ricostruito molte squadre ma poi il computer prese un virus che cancellò mesi di lavoro. Da quel punto di vista sono comunque sempre a lavoro. Sono una memoria storica, infatti ho ritrovato da poco un audio che la Rai sta cercando da tempo, quello del “Clamoroso al Cibali” in una vecchia cassa piena di nastri. Oggi inoltre collaboro con Enzo Troiano per la pagina Facebook “Campionato dei Sogni Pes”. All’inizio non ne avevo voglia ma ho visto il suo entusiasmo e mi sono rivisto in lui e ho deciso di imbarcarmi anche in questa avventura che sta andando bene e la pagina continua a crescere”.
L: Tu hai scritto un libro chiamato “Gli Angeli di Via Fani”, cosa mi puoi dire di questo libro?
R: “L’idea del libro nasce dopo la creazione di una pagina dedicata al vintage in generale e il 16 Marzo ogni anno si ricordano i caduti di Via Fani, i 5 della scorta di Aldo Moro e io dedico il libro e la pagina a loro. Però nel mio libro si parla di altro, non di complotti o di chi ha ucciso Moro, io mi limito a fare una cronaca di quello che è successo, racconto in modo dettagliato gli anni 70 con miti sportivi, musicali, del mondo dello spettacolo. Racconto anche la politica Italiana di quegli anni, parlo della nascita degli anni di Piombo e della nascita delle Brigate Rosse. Parallelamente riscatto quegli agenti scrivendo 3 finali diversi nel libro i cui narro come avrei voluto che fosse finito quel giorno dando 3 soluzioni. Parlo di 5 famiglie Italiane e di come hanno vissuto quel giorno dell’attentato, racconto 5 storie ovviamente inventate raccontando la vita dell’Italiano medio. Un libro (uscito a marzo con la presenza di molti giornalisti Rai) molto variegato e intenso. A Luglio mi è arrivata la comunicazione che il mio libro ha vinto un libro per la narrativa (un premio letterario nazionale) e questo mi rende felice. Importanti per la realizzazione del libro sono stati 2 miei amici: Giovanni Ricci, figlio di Domenico Ricci (appuntato ucciso nell’agguato di Via Fani in occasione del rapimento di Aldo Moro) che presiede l’associazione Domenico Ricci, mi ha dato l’input per scrivere il libro, l’altro è Mauro Rizzi. Mauro l’ho conosciuto dopo, casualmente, su Facebook per la sua 130 e gli ho chiesto di mettere a disposizione la sua macchina per l’uscita del libro e per ricordare ogni 16 Marzo i caduti di Via Fani. Poi è venuto fuori che lui ha conosciuto i caduti e ha comprato la 130 in loro onore.”
L: Ti senti realizzato nella vita o c’è altro che ti piacerebbe fare?
R: “Vorrei trovare la continuità, io sono un comico e un imitatore ma vorrei riuscire a propormi di più a livello televisivo. Nella mia vita ho fatto tutto e ho avuto tutto. Quello che mi manca è la continuità e spero di riuscire a trovarla come personaggio, scrittore ecc. Basta che mi dia una certa tranquillità di vita”.