E’ il momento di stringersi di più, rimanendo a distanza. Ma la domanda ricorrente è: cosa fare per intrattenere i bambini?
Certamente i nostri figli sono abituati ad avere tante attività da svolgere: la danza, il calcio, la festa con gli amichetti, la scuola, il dopo scuola, la ludoteca, la babysitter, il pranzo al Mc. Tutte cose che, da un giorno all’altro sono scomparse.
Se da una parte è bello avere tanti stimoli interessanti a riempire le giornate, è anche vero che una vita piena di impegni e frenesia può arrivare addirittura a creare qualche danno nei nostri piccoli.
I disagi dell’età adolescenziale piantano ben salde le loro radici nell’assenza dei genitori, negli sballottamenti tra un’attività e l’altra, nella paura di non essere abbastanza e nell’incapacità di accettare di annoiarsi.
Vogliamo essere “scioccamente” ottimisti e dare alle famiglie l’opportunità di ritrovarsi in un momento difficile e delicato. Si può dare una dimensione alla famiglia: che lo stare insieme possa significare imparare a comunicare, senza prendere la via e uscire sul più bello. Possa significare sfogarsi, capirsi, accettarsi. E se conoscere la noia non fosse un male, ma una prova di resilienza?
Si potrà fare un picnic sul lettone! Fare i popcorn in casa. Costruire le tende degli indiani con lenzuola, scopa e spazzolone. Disegnare, ricavare i semini dalla frutta e dalla verdura e metterli a dimora. Si potrà cucinare con mamma e papà. Si potrà tornare a parlare e a raccontarsi. E, forse, quando tutto sarà finito e non avremo niente da rimpiangere di ciò che accade fuori dalle mura delle nostre case, un angolino del nostro cuore sentirà che per la nostra famiglia essere obbligati a stare insieme è stata la cosa migliore che potesse capitare.