Di Luca Meringolo
Ex calciatore degli anni 60/70 e 80 Giorgio Biasiolo si racconta.
L: Come ha iniziato a giocare a calcio?
G: “Avevo già un fratello che giocava in prima categoria, mi portava lui con i piccoli e in questo modo ho iniziato anche io a giocare a calcio. Ho iniziato a giocare nella Garcia Moreno la quale aveva solo un settore giovanile, poi sono passato nel Marzotto e sono rimasto lì 4 anni. Poi sono andato al Lanerossi Vicenza dove ho debuttato in Serie A e poi sono passato al Milan.
L: A proposito di Milan lei ha giocato con i rossoneri dal 1970 al 1977, quale è stata la sua stagione più bella e quella più brutta?
G:”Sempre la stessa in entrambi i casi, cioè la stagione 1972/73 quando perdemmo il campionato nella partita di Verona.
L: Quando ha giocato nel Milan lei ha avuto tantissimi presidenti, come avete vissuto con i suoi compagni la situazione delicata tra il presidente Buticchi e Gianni Rivera?
G: “Si viveva male, c’erano mugugni tra i calciatori e si erano formate due fazioni, chi stava pro Rivera e chi contro Rivera. Quando però entravamo in campo nonostante tutto si era uniti per cercare di centrare la vittoria”.
L: Guardando al Milan di oggi le sembra di rivedere qualche parallelismo con la situazione dell’epoca, fatta di tantissimi cambi di proprietà:
G: “Si, specialmente dopo il 1973. Ancora oggi non c’è concretezza nella società rispetto all’epoca di Berlusconi presidente. C’è troppa confusione, non so se Giampaolo sia effettivamente da Milan però non mi sembra sia all’altezza di questa squadra, poi magari riesce a smentirmi. Ci vuole tempo anche perchè ha avuto molti giocatori nuovi. Magari si tratta di una preparazione a rilento e poi la squadra uscirà più avanti ma attualmente la squadra non convince”.
L: Fra tutti i suoi compagni di squadra con quali ha legato di più all’epoca?
G: “Con Anquilletti anche fuori dal campo, con Silvano Villa,Pierino Prati ma io era una persona che legava con tutti. Mi sento spesso con Rivera ogni anno, qualche volta ci vediamo anche”.
L: Tra gli allenatori che ha avuto c’è anche Marchioro, il quale fece male al Milan, si diceva che fosse un innovatore che però arrivò troppo in anticipo rispetto ai tempi, è vero?
G:”Forse si, però per me Marchioro era troppo presuntuso per essere da Milan. Noi avevamo dei calciatori come Rivera con i quali gli allenatori avevano sempre avuto un confronto, lui non voleva sentire niente. Quello che dava fastidio a me ai miei compagni era la tipologia di allenamento, infatti dopo essere stati in ritiro eravamo ancora tutti imballati”.
L: Quel 1976/77 con Marchiori prima e Rocco poi però fu la stagione in cui il Milan vinse la Coppa Italia in finale con l’Inter, ma in quella stagione ci fu anche un’eliminazione clamorosa contro l’Atletico Bilbao, cosa ricorda di quella stagione?
G: “Fu una stagione molto tribolata anche perchè non si sapeva chi era il presidente visti i numerosi cambi. Ricordo che vincemmo la Coppa Italia contro l’Inter per 2-0. Per quel che riguarda quella partita di Coppa Uefa contro l’Atletico Bilbao le cose andarono pure in maniera abbastanza sfortunata prendendo un gol negli ultimi minuti che ci costo la qualificazione al turno successivo di Coppa UEFA.
L: Perchè lasciò il Milan?
G: “All’epoca iniziavo sempre più spesso dalla panchina e non giocavo molto. Giocai l’ultima partita con Liedholm allenatore (che aveva preso il posto di Nereo Rocco) in una gara di Coppa delle Coppe. Quell’anno inoltre avevo avuto una richiesta da parte del Vicenza e avevo la possibilità di ritornare a casa. Però a Novembre mi mandarono via e poi andai al Lecce”.
L: Ha proseguito la carriera poi con Siracusa e Cerretese…
G:” A Siracusa sono stato una favola, non solo per la squadra ma anche per la città, la quale ha un clima favoloso e abbiamo vinto il campionato di Serie C e la Coppa Italia di Serie C”.
L: Lei giocava nel ruolo di mediamo, oggi questo ruolo sembra disprezzato dalla critica, era così anche ai suoi tempi?
G: “Il mediano era di supporto alla squadra e anzi forse più di oggi, all’epoca era considerato un grosso calciatore, molto utile sia dal punto di vista del gioco che dal punto di vista della corsa”.
L: Fra tutti gli allenatori avuti in carriera con quali ha legato di più?
G:”A Vicenza ero molto legato con Puricelli, però non ho mai avuto particolari rapporti, si trattata sempre di rapporti tra un allenatore e un calciatore. Anche Rocco mi è sempre stato vicino”.
L: Lei ha giocato una gara con la Nazionale B, è un rimpianto per lei non aver mai giocato con la maglia della Nazionale Italiana ?
G: “Speravo di giocare, ma in quel periodo c’era Bertini che era molto bravo, poi c’era anche Agroppi che giocava in Nazionale nel mio ruolo. Però dentro di me sono stato contento di essere stato preso in considerazione grazie a quella partita con la Nazionale B”.
L: Fra tutte le partite che ha giocato a quale ancora oggi è molto legato?
G:”Ricordo una partita in particolare, un Milan vs Juventus a San Siro dove ho segnato un gol negli ultimi minuti in rovesciata. Lo ricordo anche perchè in tribuna c’era anche mio padre. Inoltre la Juventus negli anni 1972 e 1973 era anche la nostra principale rivale nella lotta per lo scudetto”.
L: Che consiglio darebbe ai giovani che si affacciano al mondo del calcio? Come dovrebbero iniziare?
G: “Direi ai ragazzini di insistere e non mollare mai. Adesso c’è troppo benessere e porta probabilmente via qualcosa, per arrivare ci vuole sacrificio e voglia di arrivare. Rispetto a prima c’è meno sacrificio. Curando un settore giovanile vedo i ragazzini che vogliono copiare i grandi calciatori. Adesso non c’è più volonta di fare calcio e di arrivare e molto spesso molti ragazzini lasciano il calcio purtroppo”.
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